Verifica del rilascio di metalli dai rubinetti – Obblighi normativi e prove di controllo
14
luglio 2025
Gentili Clienti,
con l’entrata in vigore del D.Lgs. 19 giugno 2025, n. 102, di recepimento della Direttiva (UE) 2020/2184, sono stati introdotti nuovi criteri normativi validi a livello europeo per la verifica del rilascio di metalli (in particolare piombo, rame e nichel) da materiali e prodotti destinati al contatto con l’acqua potabile.
1. Verifiche ufficiali al punto di erogazione
La normativa prevede che le autorità competenti effettuino i controlli sul rispetto dei valori di parametro attraverso campionamenti al rubinetto dell’utente finale, utilizzando le seguenti modalità:
- Campione di 1 litro prelevato senza flussaggio, in un momento casuale della giornata (metodo “casuale diurno”).
- Alternativamente, è ammesso l’utilizzo di metodi con tempo fisso di stagnazione (es. 30 minuti o 6 ore), a condizione che non riducano la sensibilità rispetto al metodo casuale.
Tali modalità sono uniformi in tutta l’Unione Europea e costituiscono il riferimento per le ispezioni ufficiali sulla conformità dell’acqua potabile al rubinetto.
2. Applicazione transitoria del DM 174/2004
Il DM 174/2004 resta in vigore fino al 31 dicembre 2032, ma con limitazioni progressive:
- Fino al 31 dicembre 2030, è ammessa la commercializzazione di prodotti non conformi al limite di 5 µg/L di piombo, purché l’acqua al rubinetto rispetti il limite attuale di 10 µg/L, come previsto dall’Allegato I del D.Lgs. 102/2025.
- Dal 1° gennaio 2031, potranno essere immessi sul mercato solo prodotti che assicurano un rilascio ≤ 5 µg/L.
3 Metodo UBA di stagnazione scalare
In alternativa o in complemento ai test di laboratorio, il metodo UBA propone un approccio pratico basato su campionamenti a stagnazione controllata, utile per:
- Verifica sul campo di installazioni già operative;
- Valutazione di rilascio di metalli (piombo, rame, nichel) in condizioni realistiche;
- Conferma post-installazione della sicurezza igienica di un impianto o componente.
Descrizione tecnica del metodo:
Il metodo si basa su una sequenza di campioni prelevati al rubinetto in condizioni controllate:
- S0: prelievo dopo flussaggio, per valutare il contributo della rete.
- S1: campione dopo 4 ore di stagnazione nel rubinetto e nei componenti a monte. È il campione più rilevante per la valutazione del rilascio.
- S2 (facoltativo): secondo litro prelevato subito dopo S1, utile per valutare se il rilascio è localizzato nei primi segmenti.
Il protocollo è definito nel documento UBA: Evaluation criteria for metallic materials in contact with drinking water – 5th amendment, disponibile al seguente link:
https://www.umweltbundesamt.de/sites/default/files/medien/5620/dokumente/metall-bewertungsgrundlage_5._anderung_der_neufassung_en.pdf
Vantaggi del metodo UBA:
- Applicabile direttamente in campo, anche su rubinetti installati;
- Consente una valutazione realistica delle condizioni di stagnazione;
- Può essere utilizzato come misura di conferma o sorveglianza a supporto del controllo qualità post-mercato.
Questo approccio è particolarmente utile per la valutazione funzionale in situ dei componenti, o in caso di dubbi post-installazione dei componenti.
3.1 Prova di laboratorio per la verifica della conformità: EN 16058
Per i produttori, è fortemente raccomandata l’esecuzione della prova secondo la norma:
EN 16058:2012 – Dynamic rig test
Questa metodologia consente di verificare il rilascio di metalli dal rubinetto finito simulando le condizioni di utilizzo reali.
Caratteristiche principali:
- Prova su rubinetto completo installato in circuito dinamico.
- Simulazione di cicli di stagnazione (4 h) e flusso su base settimanale.
- Durata minima: 26 settimane (6 mesi).
- Monitoraggio del rilascio di piombo, rame, nichel, ecc.
- Rilascio ammesso nel campione dopo stagnazione: ≤ 10 µg/L per il piombo.
Questa prova è riconosciuta a livello europeo e consente di valutare la conformità funzionale del prodotto rispetto ai limiti normativi attuali, oltre che di prepararsi all’introduzione del limite di 5 µg/L.
Nota tecnica: La EN 16058 prevede un campione da 0,5 litri, mentre il D.Lgs. 102/2025 impone la verifica su 1 litro prelevato senza flussaggio. Non è corretto dividere per due il risultato della EN 16058 per confrontarlo con il limite di 10 µg/L. Il rilascio di metalli, infatti, non è uniforme lungo il volume stagnante: il primo mezzo litro potrebbe contenere concentrazioni più elevate. La EN 16058, quindi, pur non essendo direttamente sovrapponibile alla normativa, rappresenta un test più severo e conservativo, utile per la qualificazione del prodotto in fase di progettazione e controllo qualità.
4. Variabili che influenzano il rilascio di metalli dai rubinetti
Il rilascio di metalli da rubinetti è un fenomeno multifattoriale. Le principali variabili che il costruttore deve considerare in fase di progettazione e validazione includono:
Fattori costruttivi:
- Lega metallica utilizzata: composizione chimica, contenuto di piombo, resistenza alla dezincificazione (es. leghe DZR).
- Superfici interne a contatto con l’acqua: area totale e dimensioni geometriche che influenzano il volume di stagnazione.
- Rugosità delle superfici: una finitura più ruvida può aumentare la cessione.
- Riporti superficiali: galvanici (es. nichel-cromo), PVD o rivestimenti organici, che possono alterare il comportamento al rilascio.
- Componenti non metallici: guarnizioni, elastomeri e raccordi possono contribuire indirettamente.
Condizioni d’uso:
- Tempo di stagnazione dell’acqua nel rubinetto.
- Temperatura dell’acqua durante il normale utilizzo.
- Composizione dell’acqua: pH, cloruri, durezza, TOC, alcalinità, ossigeno disciolto.
- Modalità d’uso: frequenza di apertura, durata del flusso, velocità del flusso.
Fattori temporali e operativi:
- Età del rubinetto: nella fase iniziale può verificarsi un rilascio superiore.
- Condizioni di installazione: presenza di detriti, stress meccanici, compatibilità tra materiali. (ad esempio, accoppiamenti errati tra ottone e acciaio inox possono generare correnti galvaniche; l’abbinamento ottone-alluminio in ambienti umidi può accelerare la corrosione; l’uso di sigillanti o paste incompatibili con i metalli può alterare le superfici e favorire il rilascio).
- Manutenzione e pulizia: incrostazioni o biofilm possono interferire con i risultati.
Una valutazione completa della conformità deve quindi tenere conto di tutte queste variabili, in particolare in fase di progettazione, validazione e controllo qualità.
5. Supporto del laboratorio
Il nostro laboratorio è in grado di:
- Eseguire prove di rilascio secondo EN 16058 con metodo accreditato UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2018;
- Assistere nella definizione dei piani di controllo in produzione;
- Fornire report validi per uso interno, certificazioni o audit da parte degli enti di controllo.
Per ulteriori informazioni tecniche o per richiedere un preventivo, siamo a disposizione.
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