Test ecotossicologici per l’attribuzione della caratteristica di pericolo HP14

La normale prassi per la caratterizzazione di un rifiuto si basa sulla quantificazione del contenuto percentuale delle sostanze pericolose.

I test ecotossicologici consentono, in particolare, di stimare correttamente la potenziale ecotossicità di un rifiuto e conseguentemente esprimere valutazioni relative al pericolo per gli organismi viventi. Nel caso in cui una caratteristica di pericolo di un rifiuto sia stata valutata sia mediante una prova (Test ecotossicologici) sia utilizzando le concentrazioni di sostanze pericolose, come indicato nell’allegato III della direttiva 2008/98/CE, devono prevalere i risultati della prova.

Come riportato nel paragrafo “4.14.1.4 Metodi di prova” della Delibera n. 105/2021 del Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente (SNPA) “i test stabiliti dal regolamento 2008/440/CE rappresentano ad oggi il riferimento espressamente richiamato dalla decisione 2000/532/CE e dal regolamento 2017/997/EU e, pertanto, la loro applicazione è senz’altro conforme al dettato normativo”.

I test ecotossicologici consentono, in particolare, di stimare correttamente la potenziale ecotossicità di un rifiuto e conseguentemente esprimere valutazioni relative al pericolo per gli organismi viventi.


Questi test, oltre a dare indicazioni circa la biodisponibilità delle sostanze inquinanti, integrano gli effetti di tutti i contaminanti presenti nel rifiuto rilevando eventuali fenomeni di sinergia e/o antagonismo tra gli inquinanti presenti nel rifiuto stesso. In altre parole verificano se un rifiuto potenzialmente tossico causa una risposta biologica rilevante negli organismi utilizzati per il test.



Il laboratorio Comie è in grado di eseguire test ecotossicologici per l’attribuzione della caratteristica di pericolo HP14 – ecotossico.

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